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Transizione Sismi.Ca: analisi di un processo
E così di mese in mese, di proroga in proroga, arriveremo ormai al 31 dicembre; un anno davvero complicato per chi si occupa di progettazione strutturale. Ma dopo?
Il tavolo tecnico, istituito il 24/05/2017su richiesta degli ordini professionali, ha concluso una prima fase di analisi della piattaforma. L’istituzione del periodo transitorio, con l’inserimento facoltativo di tutte le tipologie strutturali nella categoria “altre opere”, è stato richiesto sin dalla prima seduta del 26/05/2017 ed era finalizzato al raggiungimento di obbiettivi ben definiti:
- integrare la manualistica con esempi per ciascuna tipologia di opere;
- introdurre semplificazioni che possano snellire l’immissione dei dati richiesti dalla piattaforma;
- rivisitare l’attuale quadro normativo regionale, al fine di snellire i procedimenti amministrativi connessi alle autorizzazioni;
- attivare corsi di formazione per professionisti e funzionari regionali sull’uso della piattaforma.
Tuttavia per attuare concretamente tali obiettivi sono necessarie opportune azioni da parte delle strutture regionali, diversamentetutte le riunioni e le determinazioni assunte rimarranno infruttuose.
C’è poi la questione dell’imminente pubblicazione delle NTC 2017 che certamente dovranno essere integrate nel Sismi.Ca, nonché la modifica della L.R. 37/2015, tuttora in fase di discussione e per la quale l’iter di approvazione non sarà certo semplicissimo.
Ebbene, tutte queste novità e le modifiche decise al tavolo tecnico dovranno essere oggetto di un nuovo affidamento da parte dell’ente regionale, il quale attualmente ha in essere il solo contratto di manutenzione con la ditta che gestisce la piattaforma.
Da tali considerazioni emerge chiaramente come i tempi della proroga,stabiliti al 31/12/2017, non potranno essere certamente definitivi, per cui il regime transitorio sarà, con buona probabilità, estesoancora a lungo.
Le ragioni di una situazione così paradossale meritano certamente un’analisi approfondita, ma anche più attenta rispetto a quelle che possono essere considerazioni semplicistiche e riduttive che etichettano il Sismi.Ca come un sistema farraginoso e mal funzionante.
Il Sismi.Ca, in realtà, è solo un elemento di un processo in cui gli attori coinvolti sono diversi: Regione Calabria (Dip.LL.PP.), funzionari del Servizio Tecnico regionale (genio civile), Synergis (la ditta aggiudicataria), software-house, professionisti, legislazione nazionale, legislazione regionale. Il processo ovviamente è il procedimento amministrativo di autorizzazione sismica che,ai sensi dell’art. 94 del DPR 380/2001, e per pacifico e costante orientamento giurisprudenziale, è un atto “autorizzativo” che coinvolge la responsabilità del funzionario istruttore.
Un aspetto importante su cui si è dibattuto riguarda la relazione tra la norma e il soggetto che ne deve sovraintendere alla sua attuazione. Quali sono i limiti di responsabilità del funzionario istruttore? Quali aspetti deve controllare di un progetto strutturale? Quali devono essere le sue competenze specifiche?
C’è addirittura chi vorrebbe che il provvedimento di autorizzazione sismica fosse una mera formalità,con la sola verifica della presenza degli elaborati, eludendo di fatto quella che è la norma, e senza garantire lo stesso livello di controllo previsto, ad esempio, per una pratica antincendio, per un progetto in zone a vincolo paesaggisticoambientale o per un’opera in area P.A.I.
C’è poi la delicata questione del rapporto tra professionista e uffici del genio civile, un rapporto spesso difficile, che risente anche di un’ambigua interpretazione del valore da dare al Sismi.Ca nell’esame del progetto strutturale. In questo sia l’art. 6 della L.R. 37/2015 che l’art. 8 del R.R. 15/2017 lasciano spazio a forti dubbi su quale debba essere “l’autorità” di un sistema automatizzato di controllo e su quanto un funzionario istruttore possa autonomamente fare delle valutazioni differenti dal software.
Un’altra grave criticità del processo riguarda l’assenza di “formazione”, non intesa nel senso della precipua formazione professionale, quanto nel trasferimento ai professionisti delle informazioni dettagliate per acquisire la necessaria dimestichezza con una nuova piattaforma di lavoro. Il manuale è certamente utile, sebbene carente di esempi applicativi, ma non sempre descrive l’input dei dati richiesti dal sistema nelle sue differenti sessioni. Una serie di seminari, videocorsi o lezioni frontali sarebbero stati sicuramente un valido aiuto.
La digitalizzazione del procedimento di autorizzazione simica è un processo che ormai interessa gran parte regioni d’Italia e presto sarà connesso ad altri procedimenti digitali, ad esempio con il Mude che riguarda in generale le pratiche edilizie. Dovunque ci sono proteste e reclami per problemi di funzionamento e mancanza di chiarezza nella gestione di tali procedimenti, ma i processi evolutivi necessitano di un periodo di adattamento e le piattaforme digitali risentono della giovinezza dei sistemi nuovi, peraltro resi fruibili ad un’utenza massiva con competenze digitali molto variegate.
Gestire la sfida legata al cambiamento e all’apprendimento di nuove tecnologie è qualcosa con cui gli ingegneri si sono da sempre confrontati; e anche oggi sono chiamati a farlo nonostante la profonda crisi della professione.
Infine, dal codice deontologico, è necessario avere coscienza che “l’attività dell’ingegnere è una risorsa che deve essere tutelata e che implica doveri e responsabilità nei confronti della collettività e dell’ambiente ed è decisiva per il raggiungimento dello sviluppo sostenibile e per la sicurezza, il benessere delle persone, il corretto utilizzo delle risorse e la qualità della vita”.
Questo è il ruolo degli Ingegneri nella società e in questo ruolo ci aspettiamo che nel prossimo futuro vengano assunte decisioni importanti in materia di prevenzione sismica.
Ing. Bruno Larosa
(Tavolo tecnico piattaforma Sismi.Ca)
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